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Il Nome Della Rosa: Streaming Megavideo

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icon13  view post Posted on 14/1/2011, 14:57     +1   -1
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Il nome della rosa è un romanzo scritto da Umberto Eco, edito per la prima volta nel 1980. Dopo aver scritto moltissimi saggi, Eco decise di scrivere il suo primo romanzo, dopo alcuni anni di meticolosa preparazione, cimentandosi in un genere abbastanza difficile come il giallo, in particolare con il sottogenere deduttivo.
L'opera è ambientata nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un anziano frate che ha trascritto un'avventura vissuta da novizio, molti decenni addietro, in compagnia del suo maestro presso un monastero benedettino dell'Italia settentrionale. La narrazione, suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita monastica, vede protagonisti Guglielmo da Baskerville, frate francescano, e il novizio Adso da Melk, il narratore della storia.
Dal romanzo è stato tratto nel 1986 un film omonimo per la regia di Jean-Jacques Annaud.


Spoiler della trama, ATTENZIONE, leggetelo dopo aver visto il film.

SPOILER (click to view)
« Il 16 agosto 1968 mi fu messo tra le mani un libro dovuto alla penna di tale abate Vallet, Le manuscript de Dom Adson de Melk, traduit en francais d'après l'édition de Dom J. Mabillon (Aux Presses de l'Abbaye de la Source, Paris, 1842) »
(Umberto Eco, Incipit de Il nome della Rosa, 1980)
Nel prologo, l'autore racconta (con un artificio manzoniano) di aver letto durante un soggiorno all'estero il manoscritto di un monaco benedettino riguardante una misteriosa vicenda svoltasi in età medievale in un'abbazia dell'Italia settentrionale. Rapito dalla lettura, l'autore inizia a quel punto a tradurlo su qualche quaderno di appunti prima di interromprere i rapporti con la persona che gli aveva messo il manoscritto tra le mani. Dopo aver ricostruito la ricerca bibliografica (vero asse portante dell'opera) che portò l'autore a recuperare alcune conferme oltre alle parti di testo mancanti (in un magma di riferimenti in cui non si riesce a capire quanto sia vero e quanto sia inventato), l'autore passa quindi a narrare la vicenda di Adso da Melk.
È la fine di novembre del 1327. Guglielmo e Adso si recano in un monastero benedettino di regola cluniacense sperduto sui monti dell'Italia settentrionale. Molto probabilmente Eco ha preso spunto dalla Sacra di San Michele, sul monte Pirchiriano, all'inizio della Val di Susa, zona che conosceva bene, anche perché nell'infanzia e nell'adolescenza trascorreva periodi estivi nella zona, presso parenti. Questo monastero sarà sede di un delicato convegno che vedrà protagonisti i francescani - sostenitori delle tesi pauperistiche e alleati dell'imperatore Ludovico - e i delegati della curia papale, insediata a quei tempi ad Avignone. I due monaci (Guglielmo è francescano e inquisitore "pentito", il suo discepolo Adso è un novizio benedettino) si stanno recando in questo luogo perché Guglielmo è stato incaricato dall'imperatore di partecipare al congresso quale sostenitore delle tesi pauperistiche. Allo stesso tempo l'abate, preoccupato che l'inspiegabile morte del giovane confratello Adelmo durante una bufera di neve possa far saltare i lavori del convegno e far ricadere la colpa su di lui, confida nelle capacità inquisitorie di Guglielmo affinché faccia luce sul tragico omicidio, cui i monaci - tra l'altro - attribuiscono misteriose cause soprannaturali. Nel monastero circolano infatti numerose credenze circa la venuta dell'Anticristo.
Nonostante la quasi totale libertà di movimento concessa all'ex-inquisitore, altre morti violente si susseguono: quella di Venanzio, giovane monaco traduttore dal greco e amico di Adelmo, e quella di Berengario, aiutante bibliotecario che aveva ottenuto illecitamente i favori del giovane Adelmo. Anche altri monaci troveranno la morte nell'abbazia, mentre i delegati del papa disputano con i francescani delegati dall'imperatore sul tema della povertà della Chiesa cattolica. Guglielmo scopre che le morti sono riconnesse a un manoscritto greco custodito gelosamente nella biblioteca, vanto del monastero (costruita come un intricato labirinto a cui hanno accesso solo il bibliotecario e il suo aiutante). Nel monastero sono presenti anche due ex appartenenti alla setta dei dolciniani: il cellario Remigio da Varagine e il suo amico Salvatore, che parla una strana lingua. Remigio intrattiene un commercio illecito con una povera fanciulla del luogo, che in cambio di favori sessuali riceve cibo dal cellario. Anche il giovane Adso fa la conoscenza della ragazza e scopre così i piaceri della carne. La situazione è complicata dall'arrivo dell'inquisitore Bernardo Gui, che trova la fanciulla insieme a Salvatore, e prende spunto dalla presenza di un gallo nero, che la ragazza affamata avrebbe voluto mangiare, e di un gatto nero, per accusarli di essere cultori di riti satanici e responsabili delle misteriose morti. Dopo aver fatto torturare il povero Salvatore, che confessa il suo passato di dolciniano, Bernardo Gui processa e condanna - facendosi assistere in questo compito dall'Abate e da Guglielmo da Baskerville, fra' Remigio, Salvatore e la fanciulla, dichiarandoli colpevoli delle morti avvenute nel monastero. In un'atmosfera inquietante, alternando lunghe digressioni storico-filosofiche, ragionamenti investigatori e avvincenti scene d'azione, Guglielmo e Adso si avvicinano alla verità penetrando nel labirinto della biblioteca e scoprendo il luogo dove è custodito il manoscritto fatale (l'ultima copia rimasta del secondo libro della Poetica di Aristotele), che tratta della commedia e del riso. Alla fine, il venerabile Jorge, dopo la morte del bibliotecario Malachia, tenta di uccidere Guglielmo offrendogli il manoscritto dalle pagine avvelenate. Ma Guglielmo lo sfoglia con le mani protette da un guanto, e allora il vecchio monaco, in un eccesso di fanatico fervore, divora le pagine avvelenate del testo in modo che più nessuno possa leggerle. Nel tentativo di fermarlo, Guglielmo e Adso generano un incendio che nessuno riuscirà a fermare e che inghiottirà nel fuoco l’intera abbazia. Adso e il suo maestro partiranno infine da quelle macerie, in cui il giovane tornerà anni dopo, trovando la solitudine più totale, in quello stesso luogo che era stato teatro di omicidi e intrighi, veleni e scoperte.
Il punto centrale del romanzo sta nel fatto che se è possibile ridere di tutto - come affermato nella Poetica di Aristotele - è possibile ridere di Dio, contrapponendo al dogmatismo la ragione umana e portando al relativismo e alla caduta della religione (un tema classico dalla rivoluzione francese in poi). Il relativismo insegna che il bene e il male sono difficilmente riconducibili a verità assolute, in quanto troppo spesso celati in contesti apparentemente opposti. In altre parole, il bene si può nascondere anche in una realtà del tutto intesa al male e viceversa. Jorge, infatti, è lucidissimo nel suo proposito di salvare l'umanità dalla pericolosa riscoperta del libro di Aristotele ("possiamo ridere di Dio? Il mondo precipiterebbe nel caos"); egli ne intuisce il pericolo ed è lui a provocare la catena di omicidi per impedire la conoscenza del messaggio proibito. Ma proprio l'eccessivo amor di Dio e della sua verità lo porta a compiere un'opera diabolica.
In tema di citazioni e ammiccamenti più o meno nascosti (di cui il romanzo è disseminato dall'inizio alla fine) è abbastanza palese che tanto il nome di questo personaggio (Jorge da Burgos), quanto il trinomio cecità/biblioteca/labirinto a lui collegato, costituiscano un'allusione allo scrittore argentino Jorge Luis Borges.
Una curiosità legata al titolo del romanzo, è (parzialmente) svelata alla fine del libro, dove l'ormai vecchio narratore, Adso da Melk, conclude il suo racconto con un distico in latino:"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" (la rosa primigenia esiste in quanto nome, possediamo i semplici nomi). Si tratta di un messaggio che - come prima detto - porta a riflettere affinché non si presuma di essere depositari della verità, in quanto questa sarà sempre contestabile se non addirittura risibile. Ma vi traspare anche il senso che l'esperienza, dopo che è stata vissuta, può solo e deve venire raccontata.
« Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. »
(Umberto Eco, Il nome della rosa, Ultimo Folio, 1980)



E' un film stupendo, delle location meravigliose, Sean Connery da il massimo di se in questo film, musiche azzeccatissime, e trama davvero misteriosa e cupa ed al contempo rivelatrice. Ve lo consiglio caldamente, come anche vi consiglio di leggervi il libro che lessi subito dopo aver visto il film, e mi piacque anche piu' del film! Caso molto raro. Eccovi il link di megavideo

www.megavideo.com/?v=OABO28O0
 
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view post Posted on 14/1/2011, 15:20     +1   -1

Loffo Supremo !

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...no.
Lo stavamo vedendo a scuola e ci stavamo tutti rotolando a terra.
 
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dome
view post Posted on 14/1/2011, 15:26     +1   -1




anche io l'ho visto a scuola ma...
 
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view post Posted on 14/1/2011, 15:29     +1   -1
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rotolando a terra in che senso?

cmq se non vi piace siete proprio loffi...
 
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Price93
view post Posted on 14/1/2011, 15:34     +1   -1




Rotolando per terra dalle risate...io non l'ho mai visto però
 
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view post Posted on 14/1/2011, 16:20     +1   -1
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mah...è un film bellissimo...
 
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view post Posted on 14/1/2011, 16:30     +1   -1

Loffo Supremo !

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ma che risate, rotolando a terra soffrendo.. sarà pure bello ma bisogna aver voglia di vederlo ed essere anche appassionato all'ambientazione storica e alle location appunto. E non essere forzato..
 
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view post Posted on 14/1/2011, 16:39     +1   -1
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grazie al piffero che vedendolo a scuola non ci si concentrava...veditelo ora e poi ne riparliamo...
 
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Mythos90
view post Posted on 14/1/2011, 17:37     +1   -1




ti quoto 92, gran bel film!(e libro)!
 
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view post Posted on 14/1/2011, 18:45     +1   -1

Loffo Supremo !

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Ma no, io mi concentravo, solo che.. cioè.. soffrivo xD
Sarà che avevo già fatto 20 ore di scuola..
 
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uomopaziente
view post Posted on 14/1/2011, 20:12     +1   -1




Scusa 92, ma che due palle... Hanno provato a farmi leggere il libro, non ho superato mezza pagina asd
 
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view post Posted on 14/1/2011, 20:14     +1   -1

Loffo Supremo !

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Io l'ho letto sempre per la scuola..
 
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Price93
view post Posted on 14/1/2011, 20:49     +1   -1




Up per te quello avviene per qualsiasi libro :sisi: xD
 
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uomopaziente
view post Posted on 14/1/2011, 22:03     +1   -1




Tranne per quelli illustrati con delle trame scritte sui baloon e con disegni alquanto orientali che rappresentano atti osceni :==):
XD
 
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view post Posted on 14/1/2011, 22:08     +1   -1

Loffo Supremo !

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Ma neanche.. xD
 
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17 replies since 14/1/2011, 14:57   2036 views
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